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Una
mossa azzardata Il veto al bilancio dell’Unione E’
una mossa a dir poco azzardata quella con la quale il governo italiano ha
posto il veto al bilancio dell’Unione europea. Un precedente pericoloso che
avviene in un momento nel quale la Commissione sembra incline ad essere
indulgente verso l’Italia sospendendo il giudizio su una manovra economica al
di fuori degli standard richiesti. Il clima in Europa si taglia con il
coltello. Il capo economista della Deutche Bank intervistato da un quotidiano
statunitense asserisce che con il debito pubblico che l’Italia si ritrova,
senza i necessari correttivi e le adeguate riforme, tanto vale che il nostro
Paese esca dalla moneta unica. Aver puntato i piedi sul bilancio può darsi
che serva a recuperare consensi al governo, ma le relazioni con l’Unione
crollano e le conseguenze che ne possono scaturire sono preoccupanti.
L’argomento con cui il premier ha giustificato la sua scelta, ovviamente ha
un impatto mediatico. L’Italia non vuole che si costruiscano muri divisori
con i suoi soldi. La decisione italiana è stata presa dopo una fastidiosa
schermaglia con il governo ungherese proprio a proposito della questione
migranti. Orban ha tentato in tutti i modi, persino con un referendum
fallito, di disimpegnarsi da ogni forma di solidarietà nei confronti del
fenomeno migratorio, quando l’Italia ne è investita in pieno e lo fronteggia
in quasi completa solitudine. L’Inghilterra piuttosto di venirne coinvolta ha
scelto Brexit e persino paventato la costruzione di un muro a Calais. La
Francia sembra sotto shock. La Spagna latita. La Germania è la più impegnata
a dare una mano, ma per questo il cancelliere Merkel è sottoposto ad una
ventata xenofoba senza precedenti. L’elezione di Trump oltre oceano, diciamo
che non ha aiutato, al contrario. Tanto è vero che la morbidezza mostrata dalla
Commissione nei nostri riguardi lascia intravedere una qualche forma di
preoccupazione piuttosto seria. Non si cresce con il debito, ma nemmeno con
l’austerità, persino Obama ce lo ricorda, ed i nazionalisti, oltre ai
populisti, sono riemersi con una forza inquietante su tutto il continente, da
est ad ovest. Procedere in ordine sparso, senza conseguire risultati, magari
affidandosi ai colpi di coda ad effetto, potrebbe portare l’Europa
democratica a un passo dalla catastrofe. Non sapremmo dire se Renzi se ne
renda conto e se, se ne rendono conto almeno i suoi avversari che si
riconoscono nell’Unione. Roma, 16
novembre 2016 |
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